Jägermeister: differenze tra le versioni

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Sul bordo della sua etichetta sono stampigliati i versi in tedesco di [[wikipedia:it:Oskar von Riesenthal|Oskar von Riesenthal]] che recitano: "Questo è lo schermo di onor del cacciatore, per proteggere e nutrire il suo gioco, per cacciare nel senso adeguato, per onorare il creatore nella creatura".
Sul bordo della sua etichetta sono stampigliati i versi in tedesco di [[wikipedia:it:Oskar von Riesenthal|Oskar von Riesenthal]] che recitano: "Questo è lo schermo di onor del cacciatore, per proteggere e nutrire il suo gioco, per cacciare nel senso adeguato, per onorare il creatore nella creatura".
{{Citazione|C’era una volta un feroce cacciatore di nome Hubertus che un giorno ebbe un’assurda visione: un maestoso cervo con una croce splendente tra le corna. La visione cambiò drasticamente la sua vita. Da quel giorno Hubertus si impegnò strenuamente a rispettare e proteggere la natura fino a diventare il santo patrono dei cacciatori. Curt Mast pensò che questa suggestiva storia si sposasse perfettamente con il suo elisir e adottò il simbolo del cervo per onorare il vero ‘Maestro di caccia’|[https://www.jagermeister.com/it-IT/la-storia Sito ufficiale Jagermeister - La storia dietro il cervo]}}
{{Citazione|C’era una volta un feroce cacciatore di nome Hubertus che un giorno ebbe un’assurda visione: un maestoso cervo con una croce splendente tra le corna. La visione cambiò drasticamente la sua vita. Da quel giorno Hubertus si impegnò strenuamente a rispettare e proteggere la natura fino a diventare il santo patrono dei cacciatori. Curt Mast pensò che questa suggestiva storia si sposasse perfettamente con il suo elisir e adottò il simbolo del cervo per onorare il vero ‘Maestro di caccia’|[https://www.jagermeister.com/it-IT/la-storia Sito ufficiale Jagermeister - La storia dietro il cervo]}}
=== La storia del Patrono dei cacciatori ===
Uberto, prima di divenire Santo, fu un ricco e potente nobiluomo appartenuto alla dinastia Merovingia.
Nato circa nel 657, probabilmente a Tolosa, annoverava in tutta la storia della sua famiglia re e duchi; lui stesso ebbe il titolo di conte palatino e fu apprezzato presso varie corti reali (come quella di Teodorico III).
Quasi sicuramente prese moglie e secondo alcune fonti , ma probabilmente false, durante questo periodo di agi Uberto ebbe anche un figlio di nome Floriberto.
Si può ritenere che, come molti altri nobili dell’epoca, egli era un assiduo ed appassionato cacciatore; e fu proprio grazie alla caccia che la sua vita, ormai persa fra dissolutezze e vacuità, cambiò radicalmente.
=== Il cervo e la conversione ===
Secondo la tradizione tutto accadde un Venerdì Santo: Uberto era nel mezzo di una battuta di caccia quando improvvisamente si trovò isolato nel bosco.
Addentrandosi nella foresta gli apparve una creatura misteriosa e inquietante: un maestoso cervo recante fra i palchi una luminosa Croce Cristiana. Uberto si inginocchiò davanti a quella sublime visione e subito avvertì dentro di sé un cambiamento, una chiamata di Fede.
Capì ciò che quella visione gli stava trasmettendo: egli doveva abbandonare la dissolutezza che lo possedeva per passare una vita all’insegna del pentimento e della Fede.
=== Primo vescovo di Liegi ===
Il nobiluomo, rimasto vedovo, rinunciò a tutti i suoi beni e possedimenti. Si pose sotto la guida di San Lamberto, diventandone allievo e succedendo a quest’ultimo come Vescovo di Maastricht nel 706. Uberto fu anche un fervente predicatore e portò all’evangelizzazione delle Ardenne e del Brabante (all’epoca luoghi formati da selvagge foreste), inoltre fondò la diocesi di Liegi e ne fu primo Vescovo.
Passò comunque gran parte della sua vita vicino ai boschi e alla natura che tanto amava, e beffardamente lì trovò anche la morte: si racconta infatti che il suo trapasso fu causato dalla ferita infertagli dall’uncino di un amo agitato maldestramente da un suo sottoposto durante una tranquilla giornata di pesca. A seguito di questa ferita Uberto contrasse un qualche tipo di infezione e morì nel giro di qualche tempo all’alba del 30 Maggio 727, a Fura.
Dopo la sua morte egli fu presto proclamato santo e posto come Patrono dei Cacciatori.
L’inventore dello Jägermaister, Curt Must, era un appassionato cacciatore tedesco e pensò che questa suggestiva storia si sposasse perfettamente con il suo elisir e adottò il simbolo del cervo per onorare il vero ‘Maestro di caccia’: Sant’Uberto.