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| [[wikipedia:it:Giustino (filosofo)|San Giustino, filosofo e martire]], ''[[https://web.archive.org/web/20170814150420/http://www.monasterovirtuale.it/giustino-apologia-seconda.html|Apologia Seconda]], 13''}} | | [[wikipedia:it:Giustino (filosofo)|San Giustino, filosofo e martire]], ''[[https://web.archive.org/web/20170814150420/http://www.monasterovirtuale.it/giustino-apologia-seconda.html|Apologia Seconda]], 13''}} | ||
E San Clemente di Alessandria (150-215 d.C.) afferma nei suoi Stromata: | E San [[wikipedia:it:Clemente Alessandrino|Clemente di Alessandria]] (150-215 d.C.) afferma nei suoi Stromata: | ||
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| Come gli agricoltori irrigano prima la terra, così anche noi irrighiamo con il fiume della conoscenza greca quel che in essa è terroso; affinché possa ricevere il '''seme spirituale''' che è stato gettato e lo possa nutrire. Gli Stromati conterranno la verità mescolata ai dogmi della filosofia, o piuttosto da essi coperta e nascosta, così come la parte commestibile della noce nel suo guscio. Nella mia opinione, è conveniente che i '''semi della verità''' siano conservati per i vignaioli della fede, e non altri. Non sono ignaro di quanto viene detto da certi che parlano a vanvera, i quali nella loro ignoranza sono spaventati da ogni rumore che sentono, e dicono che dovremmo occuparci di ciò che è più necessario e che contiene la fede; e che dovremmo passarci sopra a tutto ciò che è di più e superfluo, a tutto ciò che si logora e che ci trattiene in vano, a tutto ciò che non conduce al grande fine. Altri pensano addirittura che la filosofia è stata introdotta nel mondo dall'influenza malvagia di una persona maligna per la rovina degli uomini. Ma io vi mostrerò in tutti questi Stromati, che il male ha una natura malvagia, e non può produrre qualcosa di buono; da ciò si capisce che la filosofia è in un certo senso opera della Divina Provvidenza. | |||
| [[wikipedia:it:Clemente Alessandrino|Clemente di Alessandria]], ''Stromata, Libro I cap. 1'' [https://www.newadvent.org/fathers/02101.htm tradotto direttamente dall'inglese per mancanza di fonte migliore] | |||
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Mentre [[wikipedia:it:Eusebio di Cesarea|Eusebio di Caesarea (260-339 d.C.)]], nella sua Præparatio Evangelica, afferma che i Greci furono chiaramente influenzati nella loro filosofia dalle Scritture ebraiche. In questo anche lui afferma, sebbene da un altro punto di vista ancora, che tutto ciò che è di buono nella cultura umana è stata influenzata dalla Parola di Dio: | Mentre [[wikipedia:it:Eusebio di Cesarea|Eusebio di Caesarea (260-339 d.C.)]], nella sua Præparatio Evangelica, afferma che i Greci furono chiaramente influenzati nella loro filosofia dalle Scritture ebraiche. In questo anche lui afferma, sebbene da un altro punto di vista ancora, che tutto ciò che è di buono nella cultura umana è stata influenzata dalla Parola di Dio: | ||
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| Il Libro precedente, il decimo della Preparazione Evangelica, aveva lo scopo di dimostrare, non con affermazioni mie proprie, ma per via di testimonianze esterne, che come i Greci non hanno contribuito alla sapienza umana dalle proprie risorse, semmai hanno prestato la forza e l'elegenza del linguaggio, mentre la filosofia l'hanno avuta dai Barbari, così non era tanto improbabile che non fossero a conoscenza degli Oracoli Ebraici, ma piuttosto che hanno in parte rubato anche da essi; visto che non erano nemmeno innocenti del furto degli sforzi letterari dei loro connazionali... | |||
Inoltre nello stesso Libro abbiamo imparato, guardando bene alle date, che essi furono giovani in età e in sapienza, e che quindi non erano all'altezza della letteratura antica degli Ebrei. | Inoltre nello stesso Libro abbiamo imparato, guardando bene alle date, che essi furono giovani in età e in sapienza, e che quindi non erano all'altezza della letteratura antica degli Ebrei. | ||
Tali erano i contenuti del Libro precedente: ma in questo libro ci affrettiamo a pagare una specie di debito, ossia la promessa che fu data di dimostrare l'accordo tra i filosofi Greci e gli Oracoli Ebraici almeno in alcune se non in tutte le loro tesi dottrinali. | Tali erano i contenuti del Libro precedente: ma in questo libro ci affrettiamo a pagare una specie di debito, ossia la promessa che fu data di dimostrare l'accordo tra i filosofi Greci e gli Oracoli Ebraici almeno in alcune se non in tutte le loro tesi dottrinali. | ||
| [[wikipedia:it:Eusebio di Cesarea|Eusebio di Cesarea]], ''Preparazione Evangelica, Libro XI'' [http://www.tertullian.org/fathers/eusebius_pe_11_book11.htm tradotto direttamente dall'inglese per mancanza di fonte migliore] | |||
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Il patrologo Berthold Altaner (Patrologia, Marietti, 7ª ed., 1977) scrive a riguardo di Giustino Martire e le sue espressioni “semi del Verbo”: | Il patrologo Berthold Altaner (Patrologia, Marietti, 7ª ed., 1977) scrive a riguardo di Giustino Martire e le sue espressioni “semi del Verbo”: |
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