Polittico dell'Agnello Mistico
Il Polittico dell'Agnello Mistico, o Polittico di Gand, è un'opera monumentale di Jan van Eyck (e del misterioso Hubert van Eyck), dipinta tra il 1426 e il 1432 per la cattedrale di San Bavone a Gand, dove si trova tutt'oggi. Si tratta di un polittico apribile composto da dodici pannelli di legno di quercia, otto dei quali sono dipinti anche sul lato posteriore, in maniera da essere visibili quando il polittico è chiuso. La tecnica usata è la pittura a olio e le misure totali sono 375x258 cm da aperto.
Polittico dell'Agnello Mistico | |
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Autori | Jan van Eyck e Hubert van Eyck |
Data | 1426 e il 1432 |
Tecnica | olio su tavola |
Dimensioni | 258×375 cm |
Ubicazione | Cattedrale di San Bavone, Gand |
Descrizione
Il polittico è costituito da 12 pannelli, disposti su due registri, uno superiore e uno inferiore.
«L’opera è una ‘rivelazione’ dell’intera storia della salvezza e della redenzione dell’umanità, sintetizzata dall’immagine apocalittica dell’adorazione dell’Agnello. Inizia con la vicenda dei progenitori Adamo ed Eva, la rottura dell’alleanza a causa del loro peccato e il fratricidio di Caino e Abele. L’incarnazione di Cristo, figlio di Dio, annunciata dai profeti e dalle sibille e resa possibile dal ‘fiat’ di Maria, e il suo sacrificio sulla croce, simboleggiato dall’Agnello, ristabiliscono l’alleanza tra Dio e l’umanità e danno un’opportunità di salvezza a tutti i popoli della terra.» |
(Carlo Finocchietti, Gand - il Polittico dell'Agnello Mistico di Jan van Eyck) |
Registro inferiore
Il registro inferiore mostra al centro il grande pannello dell'Adorazione dell'Agnello mistico, dove in un ampio paesaggio si trova su una collinetta l'altare con l'Agnello simbolo di Cristo, adorato da una schiera di angeli, mentre la colomba dello Spirito Santo irradia i raggi solari della Grazia divina.
I passi biblici ai quali fa riferimento questa scena provengono principalmente dal libro dell'Apocalisse, oltre che dai Vangeli e dai Profeti:
L'Agnello nella scena del Polittico è l'agnello immolato dell'Apocalisse, come si vede dal sangue che sgorga dal fianco e che viene raccolto nel calice posto sull'altare.
Tutto il capitolo 6 del libro dell'Apocalisse racconta dell'Agnello che spezza i sette sigilli del libro, ad uno ad uno. Mentre il capitolo 7 dello stesso libro racconta dei 144,000 eletti segnati dal sigillo del Dio vivente, e della moltitudine immensa di coloro che sono avvolti in vesti candide e che stanno ritti davanti al trono dell'Agnello. Nella scena del polittico, sono raffigurate delle figure angeliche inginocchiate davanti all'altare, sette su ogni lato (che può richiamare il numero sette menzionato nel cap. 5 dell'Apocalisse: le sette corna ed i sette occhi dell'Agnello "sono i sette spiriti di Dio mandati sulla terra") che portano una croce sulla fronte, che rappresenta il sigillo del Dio vivente, ossia l'essere segnati dal sangue dell'Agnello:
Nella scena del Polittico si intravvedono in secondo piano figure ritte in piedi a destra e a sinistra che portano le palme, che sono simbolo del martirio.
Ed il capitolo 8 poi racconta l'apertura del settimo sigillo del libro sempre da parte dell'Agnello. L'incensazione dell'Agnello nel Polittico prende spunto da questi versetti:
Sotto l'altare si vede la Fontana della Vita, un simbolo iconografico cristiano associato al battesimo e/o all'eucaristia. L'acqua è associata al sangue nello stesso Vangelo di Giovanni:
Il tema è ripreso dalla Prima Lettera di Giovanni:
Nella scena del Polittico si vedono effettivamente lo Spirito, l'Acqua e il Sangue, un chiaro riferimento a questo brano della Prima Lettera di Giovanni.
Vi è anche un riferimento al versetto dell'Apocalisse:
Attorno alla fontana ed all'altare si trovano quattro fitti gruppi di adoratori: a sinistra in basso i pagani e gli scrittori ebrei, a destra i papi e i santi uomini; in alto spuntano invece i gruppi dei martiri uomini a sinistra (con in prima fila gli appartenenti al clero) e le martiri a destra. L'adorazione dell'Agnello si svolge nel lussureggiante giardino del Paradiso, sullo sfondo delle torri e delle guglie della Gerusalemme celeste. Alcuni degli angeli adoranti che circondano l'altare reggono i simboli della Passione di Cristo: croce, corona di spine, lancia, colonna della flagellazione, canna con la spugna intrisa di aceto.[1] L'impostazione di questo pannello è di sapore più arcaico, con gruppi sovrapposti su un unico piano ascendente, al posto di disposizioni più naturali e conformi alla natura del paesaggio, come negli altri sportelli; per questo la scena è attribuita di solito a Hubert.
Ai lati di questo grande pannello centrale si trovano due scomparti per lato con altri gruppi di adoratori, composto in un paesaggio che riprende spazialmente lo sfondo del pannello centrale. Da sinistra si incontrano: i Buoni Giudici, i Cavalieri di Cristo, poi gli Eremiti e i Pellegrini. Il numero quattro richiama i quattro angoli della Terra, da cui proverrebbero i santi e beati venuti ad adorare l'Agnello.
Quando il polittico è chiuso su questo registro si trovano dipinte le statue viventi di San Giovanni Battista e San Giovanni Evangelista, in grisaglia, mentre ai lati si trovano i due committenti inginocchiati, Joos Vijdt e Lysbette Borluut.
Registro superiore
Il pannello centrale del registro superiore, di altezza maggiore, mostra una figura maschile barbuta, assisa su un grande trono, coronato da archi a tutto sesto che riflettono la forma tradizionale dei polittici gotici, divisi in pannelli cuspidati, con in testa una tiara e scettro. Questa figura è oggetto di varie interpretazioni, per alcuni studiosi rappresenta Dio Padre, per altri Cristo Re e una terza interpretazione ne vedrebbe rappresentata la Trinità[2]. In ogni modo è con ogni probabilità un riferimento a "Colui che sedeva sul trono" e dalla cui mano destra l'Agnello prende il libro nel cap. 5 dell'Apocalisse, ripreso in Apocalisse 7,9-10 ("Tutti stavano in piedi davanti al trono e davanti all'Agnello", "La salvezza appartiene al nostro Dio, seduto sul trono, e all'Agnello").
Accanto a lui, sullo stesso pannello ma divisi da cornici, si trovano la Vergine Maria e Giovanni Battista, secondo la tipica iconografia della deesis. Anche queste figure sono attribuite a Hubert, per via dei panneggi abbondanti e rigidi, a fronte di fondi appiattiti, anche se alcuni attribuiscono la stesura del colore a Jan.
I due pannelli laterali successivi, con la forma ad arco che copre esattamente i troni laterali, mostrano due gruppi di angeli, a sinistra gli angeli cantori e a destra quelli musicanti. Infine gli ultimi due pannelli, a forma di semilunette, riportano Adamo ed Eva nudi entro nicchie dipinte, sormontati da sue scene dipinte a grisaille del Sacrificio di Caino e Abele e dell'Uccisione di Abele:
Adamo ed Eva sono le figure di congiunzione tra esterno e interno, poiché essi sono i responsabili della venuta del Redentore, per lavare le colpe del Peccato originale.
In questo modo il Polittico racchiude sia il libro della Genesi che il libro dell'Apocalisse, l'inizio e la fine:
Sul retro delle ante, che si vedono quando il polittico è chiuso, si trova l'Annunciazione, che si svolge in una stanza architettonicamente definita con precisione, e nelle lunette due profeti (ai lati) Zaccaria e Michea e due sibille (nelle semilunette centrali).
Sopra al profeta Zaccaria si legge, in latino, la parte iniziale della citazione:
Mentre sopra al profeta Michea si legge, in latino, parte del versetto:
Le due sibille sono: a sinistra la Sibilla Eritrea, a destra la Sibilla Cumana.
«La Sibilla Eritrea è invece associata a una frase che riprende un verso dell’Eneide di Virgilio e che dice “nil mortale sonans afflata es numine celso” (“Cantando niente di mortale tu sei ispirata da uno spirito elevato”): nell’Eneide, le parole si riferiscono alla Sibilla, ma nel contesto del dipinto di Gent possono essere lette come un riferimento all’Annunciazione. Lo stesso vale per il cartiglio della Sibilla Cumana, dove la frase “Rex altissimus adveniet per secula futurus scilicet in carne” (“L’altissimo re verrà e si farà carne per tutti i secoli”) si riferisce alla venuta di Cristo.» |
(Carlo Finocchietti, Gand - il Polittico dell'Agnello Mistico di Jan van Eyck) |
La stanza dell'Annunciazione, ancorché fuori scala rispetto alle figure che la abitano, è resa realisticamente grazie all'uso dell'unificazione spaziale di tutto il registro superiore, tramite linee ortogonali convergenti e tramite la presenza uniforme della luce sulle varie superfici. Grandissimo virtuosismo illusionistico è la proiezione delle ombre dei montanti dei pannelli sul pavimento della stanza, calibrata secondo la luce della finestra che naturalmente illumina la cappella.