Il Signore degli Anelli: differenze tra le versioni

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'''''Il Signore degli Anelli''''' (titolo originale in [[wikipedia:it:lingua inglese|inglese]]: ''The Lord of the Rings'') è un [[wikipedia:it:romanzo|romanzo]] [[wikipedia:it:high fantasy|''high fantasy'' epico]] scritto da [[wikipedia:it:J. R. R. Tolkien|J. R. R. Tolkien]] e ambientato alla fine della [[wikipedia:it:Terza Era|Terza Era]] dell'[[wikipedia:it:universo immaginario|immaginaria]] [[wikipedia:it:Terra di Mezzo|Terra di Mezzo]]. Scritto a più riprese tra il [[wikipedia:it:1937|1937]] e il [[wikipedia:it:1949|1949]], fu pubblicato in tre volumi tra il [[wikipedia:it:1954|1954]] e il [[wikipedia:it:1955|1955]]. Tradotto in trentotto lingue<ref>{{Cita web|url=http://tolkien.hcp-uk.co.uk/faq3.aspx|titolo=Frequently Asked Questions|editore=[[wikipedia:it:HarperCollins|HarperCollins]]|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20080708190904/http://tolkien.hcp-uk.co.uk/faq3.aspx|dataarchivio=8 luglio 2008|accesso=27 agosto 2015|lingua=en}}</ref>, con decine di riedizioni ciascuna, resta una delle più popolari opere letterarie del [[wikipedia:it:XX secolo|XX secolo]].{{Senza fonte}}
La narrazione comincia dove si era interrotto un precedente [[wikipedia:it:romanzo|romanzo]] di Tolkien, ''[[wikipedia:it:Lo Hobbit|Lo Hobbit]]'', e l'autore usa lo stratagemma dello ''[[wikipedia:it:pseudobiblion|pseudobiblium]]'' per collegare le due storie: entrambi i romanzi sono, nella finzione della narrazione, una trascrizione di un volume immaginario, il ''[[wikipedia:it:Libro Rosso dei Confini Occidentali|Libro Rosso dei Confini Occidentali]]'', un'autobiografia scritta a quattro mani da [[wikipedia:it:Bilbo Baggins|Bilbo Baggins]], protagonista de ''Lo Hobbit'', e dal nipote e cugino [[wikipedia:it:Frodo Baggins|Frodo]], il protagonista del Signore degli Anelli. Questo secondo romanzo, tuttavia, si inserisce in un'ambientazione di più ampio respiro rispetto a quella del primo, costretto dai limiti della fiaba per bambini, attingendo a quel vasto corpus storico, [[wikipedia:it:mitologia|mitologico]] e [[wikipedia:it:lingua artistica|linguistico]] creato ed elaborato dall'autore nel corso di tutta la sua vita.
''Il Signore degli Anelli'' narra della missione di nove Compagni, la [[wikipedia:it:Compagnia dell'Anello (personaggi)|Compagnia dell'Anello]], partiti per distruggere il più potente [[wikipedia:it:Anelli del Potere|Anello del Potere]], un'arma che renderebbe invincibile il suo malvagio creatore [[wikipedia:it:Sauron|Sauron]] se tornasse nelle sue mani, dandogli il potere di dominare tutta la Terra di Mezzo.
Il romanzo, composto da tre volumi, ha esercitato nel tempo un profondo influsso culturale e mediatico, ottenendo attenzioni e apprezzamenti sia da parte di critici, autori e studiosi, sia da parte di semplici appassionati, che hanno dato vita a innumerevoli gruppi e associazioni culturali, come le varie società tolkieniane sparse in tutto il mondo. La trilogia ha ispirato e continua ad ispirare libri, videogiochi, illustrazioni, fumetti, composizioni musicali, ed è stata adattata più volte per la [[wikipedia:it:Radio (mass media)|radio]], il [[wikipedia:it:teatro|teatro]] ed il [[wikipedia:it:cinema|cinema]] (come nel caso della famosa [[wikipedia:it:Il Signore degli Anelli (trilogia)|trilogia di film]] diretti da [[wikipedia:it:Peter Jackson|Peter Jackson]]).
== Riflessione di Francesco Gnagni ==


Il dibattito filologico sul monumentale capolavoro di J. R. R. Tolkien, “Il Signore degli Anelli”, è senza dubbio uno dei più ampi e affascinanti della nostra epoca contemporanea. Ormai risaputamente, l’opera di Tolkien è un’opera “fondamentalmente cattolica”, e non è la critica a sostenerlo, ma lo stesso autore nelle sue lettere pubblicate postume. Ma in che senso è un’opera cattolica? Certamente non lo è solamente per la cattolicità dell’autore, o per la presenza nel racconto di riferimenti espliciti alla devozione cattolica, che non ci sono. E non lo è nemmeno per gli stessi valori morali incarnati dai personaggi della narrazione, che al massimo potrebbero presumersi in linea con un’etica vagamente cristiana.
Il dibattito filologico sul monumentale capolavoro di J. R. R. Tolkien, “Il Signore degli Anelli”, è senza dubbio uno dei più ampi e affascinanti della nostra epoca contemporanea. Ormai risaputamente, l’opera di Tolkien è un’opera “fondamentalmente cattolica”, e non è la critica a sostenerlo, ma lo stesso autore nelle sue lettere pubblicate postume. Ma in che senso è un’opera cattolica? Certamente non lo è solamente per la cattolicità dell’autore, o per la presenza nel racconto di riferimenti espliciti alla devozione cattolica, che non ci sono. E non lo è nemmeno per gli stessi valori morali incarnati dai personaggi della narrazione, che al massimo potrebbero presumersi in linea con un’etica vagamente cristiana.