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Il Signore degli Anelli: differenze tra le versioni

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Il romanzo, composto da tre volumi, ha esercitato nel tempo un profondo influsso culturale e mediatico, ottenendo attenzioni e apprezzamenti sia da parte di critici, autori e studiosi, sia da parte di semplici appassionati, che hanno dato vita a innumerevoli gruppi e associazioni culturali, come le varie società tolkieniane sparse in tutto il mondo. La trilogia ha ispirato e continua ad ispirare libri, videogiochi, illustrazioni, fumetti, composizioni musicali, ed è stata adattata più volte per la [[wikipedia:it:Radio (mass media)|radio]], il [[wikipedia:it:teatro|teatro]] ed il [[wikipedia:it:cinema|cinema]] (come nel caso della famosa [[wikipedia:it:Il Signore degli Anelli (trilogia)|trilogia di film]] diretti da [[wikipedia:it:Peter Jackson|Peter Jackson]]).
Il romanzo, composto da tre volumi, ha esercitato nel tempo un profondo influsso culturale e mediatico, ottenendo attenzioni e apprezzamenti sia da parte di critici, autori e studiosi, sia da parte di semplici appassionati, che hanno dato vita a innumerevoli gruppi e associazioni culturali, come le varie società tolkieniane sparse in tutto il mondo. La trilogia ha ispirato e continua ad ispirare libri, videogiochi, illustrazioni, fumetti, composizioni musicali, ed è stata adattata più volte per la [[wikipedia:it:Radio (mass media)|radio]], il [[wikipedia:it:teatro|teatro]] ed il [[wikipedia:it:cinema|cinema]] (come nel caso della famosa [[wikipedia:it:Il Signore degli Anelli (trilogia)|trilogia di film]] diretti da [[wikipedia:it:Peter Jackson|Peter Jackson]]).
== L'amicizia con C.S. Lewis ==
=== tratto da [https://www.fantasymagazine.it/5303/jrr-tolkien-e-cs-lewis-osservando-un-amicizia-trentennale], autrice Chiara Codecà ===
(Da ritoccare e riassumere per non riportare integralmente il testo, semmai fare citazioni e riferimenti)
John Ronald Reuel Tolkien e Clive Staples Lewis ("Jack" per gli amici) si conobbero a Oxford nel 1926, quando avevano rispettivamente 34 e 27 anni e non avrebbero potuto essere più diversi per origini, carattere e scelte di vita: Tolkien era sposato mentre Lewis era scapolo e orgoglioso di esserlo, il primo era cattolico e veniva da una situazione famigliare molto disagiata mentre il secondo si trovava proprio all’epoca nel pieno di una personale ricerca spirituale.
Eppure si scoprirono spiriti affini nelle scelte letterarie e soprattutto nell’importanza che entrambi davano al Mito come genere letterario: in modi diversi si trovarono entrambi a indagare la soluzione dello stesso problema, ovvero se fosse possibile rinnovare il racconto mitologico in termini moderni e offrirlo ai lettori contemporanei. Anni dopo Tolkien riassunse quest’esigenza di scrivere raccontando un commento faceto di Lewis:
{{Citazione|Tollers, ci sono troppo pochi racconti che ci piacciono. Temo che dovremo provare a scrivere qualcosa noi.|"Jack" C.S. Lewis}}
Tolkien non aveva un carattere facile ma con i pochi amici che considerava intimi dava il meglio di sé: gioviale, amante della buona conversazione e delle risate in compagnia, poteva passare dalla malinconia alla battuta in un momento. Lewis aveva una mente brillante e un umorismo arguto e pungente che ben compensavano l’altro.
Come già accennato, inizialmente legarono per la comune passione nei confronti della letteratura ma l’elemento fondamentale che cementò la loro amicizia fu la ricerca spirituale di Lewis e l’importanza che entrambi diedero alla religione nella loro vita: Tolkien era un cattolico convinto e seguì con molta partecipazione e affetto il cammino personale dell’amico che dopo un’infanzia protestante e una giovinezza agnostica, negli anni Venti si riavvicinò al cristianesimo. Lewis, convertitosi nel 1931, riconobbe sempre il ruolo importante svolto da Tolkien in questa scelta e trovò in lui un teologo attento e appassionato con cui poter discutere dei temi cari a entrambi. Un legame ancora più necessario per i due uomini se si ricorda che fino alla Seconda Guerra Mondiale non era facile essere cattolici nell’Inghilterra protestante.
A partire dai primi scritti giovanili, negli anni Trenta Tolkien diede forma più compiuta al nucleo delle storie del Silmarillion e dello Hobbit, mentre Lewis cominciò ad imbastire il mondo di Narnia.
Iniziarono a leggere a vicenda il frutto delle proprie fatiche, tanto che Lewis fu tra i pochissimi esterni alla famiglia di Tolkien a poter leggere gli scritti dell’amico. Dirà in seguito Tolkien in merito alla genesi del Signore degli Anelli: “Lui (Lewis, n.d.a.) l’ha ascoltato tutto, pezzettino per pezzettino, letto ad alta voce…”
L’influenza che ebbero l’un sull’altro non fu tanto stilistica quanto umana, negli incoraggiamenti a non demordere di fronte all’ilarità del mondo accademico per le loro fantasie e nel continuare a credere che il mito e il racconto fantastico potessero avere uno spazio nella letteratura per adulti. Contrariamente a quanto ammiratori e biografi hanno sostenuto, tra i due non si instaurò mai una vera collaborazione attiva – cosa che, per inciso, entrambi hanno sempre negato – ma un costante supportarsi a vicenda con spunti e stimoli che nascevano anche dal confronto di stili e gusti molto diversi. Un Tolkien già anziano scrisse in una lettera: “Il debito impagabile che io ho nei suoi confronti non è tanto un’influenza come la si intende di solito, quanto il puro incoraggiamento. A lungo è stato il mio unico pubblico. Solo lui mi ha messo in testa che la mia roba poteva essere qualcosa di più di un divertimento privato.”
Mentre Lewis fu un appassionato sostenitore del Signore degli Anelli, non si può dire che Tolkien, pur apprezzando altri scritti dell’amico, ricambiasse l’entusiasmo nei conforti di Narnia, troppo lontana dal suo mondo per gusto, scelte narrative e fonti.
Purista per natura, Tolkien considerava Narnia un universo caotico dove buone idee e spunti erano soffocati da riferimenti contrastanti, opinione comprensibile se si pensa che l’ottica con cui ha affrontato il suo lavoro era molto diversa da quella del collega. Tolkien ha continuato a ritoccare i suoi libri per decenni, pulendo e sfrondando da tutto ciò che riteneva non necessario, mentre la scrittura di Lewis si nutriva anche di innovazioni subitanee e improvvisi rifacimenti: tanto Tolkien cercò di fare della sua creazione una vera mitologia moderna, basata sulla coerenza di regole inviolabili, quanto Lewis scrisse in Narnia un racconto propriamente fantastico, coltivando il gusto per l’effetto scenico, la commistione di fonti e i rimandi a tradizioni diverse. Un approccio alla scrittura che Tolkien definì “l’intrusione tipicamente lewisiana di cose che non c'entrano.”
Nonostante le differenze di vedute sulle loro opere i due continuarono a frequentarsi fino alla fine degli anni Quaranta, soprattutto perché già dal decennio precedente la loro amicizia si era allargata a includere un gruppo di altri uomini, tutti legati all’ambiente di Oxford, tutti interessati e in misura diversa coinvolti nel mondo letterario, in quel cenacolo di amici diventato noto con il nome di Inklings.
Charles Williams fra Lewis e Tolkien
Charles Williams fra Lewis e Tolkien
Il gruppo si unì a Lewis e Tolkien nelle serate al pub o a casa dello stesso Lewis; nel corso della serata qualcuno avrebbe tirato fuori un taccuino o un manoscritto da cui avrebbe letto poesie o racconti e, tra lodi e stroncature, avrebbero continuato in discussioni appassionate sino a notte fonda. Il progressivo allontanamento tra Tolkien e Jack iniziò quando nel circolo degli Inklings entrò Charles Williams, scrittore caro a Lewis e malvisto da Tolkien, che si risentiva dell’influenza esercitata da Williams sul vecchio amico. Tolkien si ingelosì della presenza ingombrante di Williams soprattutto perché tra loro due non scattò mai nessuna affinità, né sotto il profilo umano né sotto quello letterario.
La distanza tra Jack Lewis e Tolkien si fece enorme intorno al 1957, anno del matrimonio di Lewis con Joy Davidman Gresham. I sentimenti di Tolkien in merito al matrimonio dell’amico non sono mai stati chiariti, ma sembra che lo guardasse perlomeno con diffidenza.
C’è chi ha voluto vedere in questo atteggiamento una tensione omosessuale. In realtà, è più probabile che dipendesse in gran parte dalla gelosia dei propri affetti tipica di Tolkien, un tratto caratteriale evidente nello scrittore e probabilmente legato all’infanzia difficile. All'età di nove anni Tolkien era già orfano di entrambi i genitori, e sotto la tutela di un prete cattolico che di fatto divenne, fino al matrimonio con la moglie Edith, il suo unico riferimento famigliare. Non bisogna dimenticare, inoltre, il retaggio culturale di entrambi: le donne, poco visibili nella Oxford della prima metà del Novecento, di fatto non erano ammesse nella sfera culturale e letteraria in cui i nostri si muovevano e avevano uno spazio quasi unicamente relegato nella sfera domestica. Tolkien ha amato teneramente Edith per tutta la vita - e sul rapporto tra i due ci sarebbe molto da raccontare - ma non l’ha mai coinvolta nella creazione del suo mondo fantastico come farà poi con il figlio Chistopher: Edith è stata fonte di ispirazione, e non a caso la Luthien del Silmarillion è basata su di lei, ma mai una collaboratrice attiva.
Al contrario, sposando la letterata Joy, Lewis, che per anni aveva ignorato il mondo femminile tanto quanto l’amico, iniziò a condividere con la moglie un’affinità intellettuale che Tolkien sembrò percepire come qualcosa di alieno e poco comprensibile.
Nel 1963 C.S.Lewis morì. Lui e Tolkien non si vedevano da tempo, eppure il vecchio affetto per tutto ciò che si erano dati a vicenda rimaneva. Negli anni di lontananza Tolkien ebbe solo parole di stima e grande affetto nei conforti del vecchio collega e Lewis scrisse del legame con l’altro nel 1958, nel saggio sull’amicizia all’interno del suo libro I Quattro Amori.
=== tratto da [http://losbuffo.com/2018/04/12/unamicizia-che-creo-un-genere-j-r-r-tolkien-e-c-s-lewis/], autrice Emanuela Pileggi ===
(da riassumere, fare riferimenti anziché riportare testo integrale)
Quando si parla del fantasy, è difficile non nominare uno dei padri del genere moderno: John Ronald Reuel Tolkien, autore del mondo di Arda e famoso nella cultura popolare principalmente per la trilogia de Il Signore degli Anelli. Molte meno persone conosceranno le opere e la figura di Clive Staples Lewis, autore de Le Cronache di Narnia e caro amico del suddetto Tolkien.
La loro amicizia inizia nel 1926, quando si conobbero a Oxford e scoprirono ben presto di avere una passione comune: credevano, infatti, che fosse possibile inserire i toni dei miti e delle parabole cristiane anche nei racconti moderni, dove un sentimento più secolare si era fatto strada tra i gusti del pubblico. Si resero conto come le storie più propriamente fantastiche fossero state recluse nel mondo della “letteratura per bambini”, sebbene per molti secoli non fosse stato così e decisero quindi di intervenire e dare un’accelerata allo sviluppo dell’epica fantasy.
Certo, entrambi approcciarono il problema in modo diverso, basandosi principalmente sui propri metodi e le proprie convinzioni. Tolkien, infatti, aveva un approccio molto serio e strutturato, e riuscì così a creare un universo con le sue precise regole, caratterizzandolo con una solida mitologia alla base e tracciando anche i più minimi dettagli: dalla creazione di lingue fittizie per le razze presenti nella Terra di Mezzo, allo sviluppo dei vari livelli di lettura che portavano l’opera ad essere fruibile per un pubblico molto vasto; Tolkien ha continuato a ritoccare i suoi libri per decenni, pulendo la propria opera da ciò che riteneva non necessario, e forse proprio il suo essere perfezionista e purista lo portò a approvare il lavoro dell’amico sulla saga de Le cronache di Narnia. Per Tolkien, Narnia era soltanto un universo caotico in cui si succedevano buone idee e ottimi spunti, ma anche riferimenti e richiami troppo espliciti alla cristianità.
D’altro canto è lo stesso Tolkien ad affermare quanto la vicinanza di Lewis sia stata fondamentale per la creazione del mondo della Terra di Mezzo: sebbene non si possa parlare di un’influenza stilistica, è innegabile quella umana, fatta di suggerimenti e spunti, caratterizzata da incoraggiamenti a continuare a credere che il racconto fantastico potesse avere un proprio spazio all’interno della letteratura per adulti.
L’influenza invece di Tolkien si può notare non tanto sulle opere dell’altro, quanto sul suo pensiero: Tolkien riuscì a riportare l’attenzione di Lewis sulla propria immaginazione, insegnandogli così come comunicare e trasmettere la propria fede nella scrittura fantastica e portando a compimento l’integrazione tra l’immaginazione e la mente razionale di Lewis.
Senza questa amicizia forse il fantasy non sarebbe mai riuscito a spezzare le proprie catene diventando un genere per adulti, amato e apprezzato in tutto il modo e basato sulla dicotomia razionalità e creatività.
Oltre a questo, non sappiamo dire. Esiste uno spazio privato che resta tale nonostante l’indiscrezione di appassionati e biografi. E’ stato sicuramente un rapporto profondo che ha avuto un ruolo importante nella crescita umana di entrambi e, almeno indirettamente, ha contribuito a darci il caposaldo della letteratura di genere fantastico del secolo scorso. Lasciamo le amicizie nell’ambito personale che è loro proprio e chiudiamo con le parole di Tolkien, che dopo la morte del vecchio amico parlò di lui in una lettera a terzi, concludendo: "Naturalmente potrei dire molto di più, ma non lo farò. Tuttavia vorrei che, dopo la morte di un grand’uomo, si potesse impedire di parlarne a quei piccoli uomini che non hanno, e dovrebbero rendersene conto, una conoscenza sufficiente della sua vita e del suo carattere per poter dire la verità.”
=== tratto dal blog di Paolo Gulisano [https://www.paologulisano.com/le-amicizie-tra-scrittori-lo-stupore-che-alimenta-la-vita/]  ===
(che riporta la recensione del suo libro di Giovanni Fighera, La Nuova Bussola quotidiana [http://www.lanuovabq.it/it/le-amicizie-tra-scrittori-lo-stupore-che-alimenta-la-vita])
(da riassumere e fare riferimenti, per non riportare testo integrale)
Il sodalizio spirituale tra Manzoni e Rosmini, testimoniato dal ricco carteggio tra i due. La presenza di Ranieri nella vita di Leopardi, due persone «quasi all’opposto». La passeggiata insieme, il 19 settembre 1931, di Tolkien e Lewis, dopo la quale il secondo annunciò la sua conversione al cristianesimo. Sono solo alcune delle 23 storie di amicizia tra scrittori raccontate in Là dove non c’è tenebra (Ares), l’ultimo libro di Paolo Gulisano.
In Là dove non c’è tenebra. Storie di amicizie tra scrittori (Edizioni Ares) Paolo Gulisano racconta storie di amicizia particolari, perché nate all’interno di una passione comune: il mondo delle lettere, una sorta di res publica litterarum (per usare un’espressione amata nell’Umanesimo), un mondo che accomuna scrittori e poeti di ogni luogo e di ogni tempo, al di là di ogni differenza temporale e geografica.
Un grande scrittore del Novecento come C. S. Lewis sottolinea la genesi di un rapporto d’amicizia:
Quando due o più compagni scoprono di avere un’idea, un interesse o anche un gusto, che gli altri non condividono e che, fino a quel momento, ciascuno di loro considerava un suo esclusivo tesoro (o fardello).
«Vedere quello che gli altri non vedono» (Gulisano) crea una condivisione e complicità uniche. Le amicizie vere non chiudono a un unico rapporto privilegiato, ma si spalancano ad altri incontri. Nasce così una compagnia, come sottolinea Tolkien nel Signore degli anelli.
Gulisano ci trasporta nel mondo di letterati che «si sono influenzati reciprocamente, […] si sono aiutati, spesso hanno condiviso i loro destini, in alcuni casi anche tragici», tra Ottocento e Novecento, in «un tempo in cui l’amicizia è divenuta sempre più problematica».
Scopriamo così autori diversi da come il mondo della scuola sovente li presenta, perché incontriamo degli uomini in carne e ossa, con tutta la loro fragilità e il loro desiderio di bene e di fragilità. Scopriamo, però, anche figure importanti della letteratura mondiale per le quali non c’è spazio solitamente a scuola.
Ecco alcune tra le tante (ben ventitré) coppie di amici contemplate nel libro: Melville-Hawthorne, Leopardi-Ranieri, Byron-Shelley, Manzoni-Rosmini, Verne-Dumas, Wilde-Conan Doyle, Joyce-Svevo, Chesterton-Belloc, Eliot-Pound, Fitzgerald-Hemingway, Orwell-Green, Tolkien-Lewis.
La presenza di Antonio Ranieri nella vita di Leopardi fu «una risposta al suo grido disperato di non essere solo, di non soccombere alla solitudine». La loro amicizia fu «la somma di due fragilità». «Due persone profondamente diverse, quasi all’opposto, sia caratterialmente che fisicamente. Un genio non ancora compreso, assetato di felicità, ferito dalla vita, e un giovane napoletano aitante, piacione, vanitoso, estroverso, un po’ millantatore» (Gulisano).
La cura con cui Ranieri accudì Leopardi quando le sue condizioni di salute peggiorarono smentisce il fatto che avesse voluto approfittarsi della fama dell’amico più prestigioso di lui. Vero è che quando Ranieri, divenuto ormai importante, deputato e senatore del Regno, professore universitario, diede alle stampe nel 1880 il saggio biografico Sette anni di sodalizio con Giacomo Leopardi si comportò con l’amico di quarant’anni prima in maniera poco onesta, talvolta rivelando falsità (come quella che lui, Ranieri, avesse mantenuto Leopardi negli ultimi anni) o promuovendo stereotipi sulla figura del poeta, che poi si sarebbero imposti nella visione del «Leopardi gobbo, infelice, frustrato, psicologicamente instabile che ci è stato presentato a scuola». Ma amicizie sono anche queste storie di fragilità e di tradimenti nel tempo.
Tra Manzoni e Rosmini si creò, invece, un sodalizio spirituale, testimoniato dal ricco carteggio che vi fu tra i due. Probabilmente, è il pensiero di Gulisano, il capolavoro manzoniano sarebbe stato diverso senza l’amicizia con Rosmini. I due erano accomunati dall’essere «dei cattolici non pienamente in linea con il pensiero ufficiale della Chiesa» e dal desiderio di unificazione dell’Italia. L’amicizia tra i due crebbe dopo che Manzoni convolò a seconde nozze con Teresa Borri e iniziò a trascorrere tanto tempo fuori Milano, in una villa sul Lago Maggiore ove poté vedere frequentemente l’amico Rosmini, proprio quando la sua attività letteraria era sempre più flebile, mentre il sacerdote era nel pieno dell’attività produttiva. Il rapporto si rafforzò sino alla fine quando Manzoni, assistendo Rosmini sul letto di morte, perdeva l’amico più caro che gli lasciava il suo testamento spirituale: «Adorare, tacere, gioire».
Leopardi e Manzoni, due titani della letteratura moderna, si conobbero a Firenze il 3 settembre 1827. Leopardi mostrò simpatia per l’illustre ospite autore de I promessi sposi, definendolo «pieno di amabilità e degno della sua fama», come scrive nella lettera all’editore A. F. Stella (8 settembre 1827). Tra i due non nacque, però, un rapporto di amicizia.
Diversa sorte toccò a due giganti della letteratura inglese del Novecento: Lewis e Tolkien, autori rispettivamente de Le cronache di Narnia e Il signore degli anelli.L’amicizia nacque a Oxford il 19 settembre 1931 durante una passeggiata. Tolkien conversava sui miti affermando che non sono menzogne, perché in tutti, anche in quelli pagani, è sempre contenuto qualcosa di vero. La conversazione proseguì fino alle tre del mattino. Dieci giorni più tardi Lewis annunciava in una lettera a un amico la sua conversione al cristianesimo. Nel tempo, Lewis si sarebbe convertito anche al mito e alla narrativa fiabesca e fantastica.
Lewis e Tolkien sarebbero diventati due maestri della narrativa e, nel contempo, due testimoni della fede. La loro amicizia si aprì ad altri fondamentali rapporti: Chesterton divenne per i due un punto di riferimento importante. Nacque un circolo letterario di poeti praticanti e di cristiani convinti, improntato all’unica legge dell’amicizia, ribattezzato da Lewis col nome di Inklings (persone che si dilettano a usare l’inchiostro). Il gruppo si ritrovava al pub ogni martedì sera a discutere e a leggere anticipazioni delle opere che andavano scrivendo.
Era un’amicizia che accompagnava nelle passioni della vita e al Destino ultimo dell’esistenza. Per Lewis e Tolkien
l’amicizia era stata l’esperienza di uno stupore: il riconoscere di avere in comune sogni e speranze, oltre che interessi letterari. Fecero di questo stupore il nutrimento per alimentare la loro amicizia, il loro talento artistico, la loro fede cristiana (Gulisano).


== Ispirazione cristiana dell'opera ==
== Ispirazione cristiana dell'opera ==
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* {{cita libro|autore=J.R.R. Tolkien|titolo=[[Il Silmarillion]]|curatore=[[Christopher Tolkien]]|editore=Bompiani|città=Milano|anno=2000|ISBN=88-452-5654-5|cid=''Il Silmarillion''}}
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* {{cita libro|autore=J.R.R. Tolkien|titolo=[[Racconti perduti]]|curatore=Christopher Tolkien|editore=Bompiani|città=Milano|anno=2000|ISBN=88-452-9008-5|cid=''Racconti perduti''}}
* {{cita libro|autore=J.R.R. Tolkien|titolo=[[Racconti perduti]]|curatore=Christopher Tolkien|editore=Bompiani|città=Milano|anno=2000|ISBN=88-452-9008-5|cid=''Racconti perduti''}}
* {{Cita libro|titolo=Racconti ritrovati|autore=J.R.R. Tolkien|anno=1986|editore=Rusconi|città=Milano|ISBN=8845274659}}
* {{cita libro|autore=J.R.R. Tolkien|titolo=[[La realtà in trasparenza|La realtà in trasparenza. Lettere]]|curatore=[[Humphrey Carpenter]]|curatore2=Christopher Tolkien|traduttore=Cristina De Grandis|editore=Bompiani|città=Milano|anno=2001|ISBN=88-452-9130-8|cid=''La realtà in trasparenza''}}
* {{cita libro|autore=J.R.R. Tolkien|titolo=[[La realtà in trasparenza|La realtà in trasparenza. Lettere]]|curatore=[[Humphrey Carpenter]]|curatore2=Christopher Tolkien|traduttore=Cristina De Grandis|editore=Bompiani|città=Milano|anno=2001|ISBN=88-452-9130-8|cid=''La realtà in trasparenza''}}
* {{cita libro|autore=J.R.R. Tolkien|titolo=[[Albero e foglia]]|editore=Bompiani|città=Milano|anno=2001|ISBN=88-452-9044-1|cid=''Albero e foglia''}}
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* {{cita pubblicazione|autore=J.R.R. Tolkien|titolo=Ancrene Wisse and Hali Meiðhad|rivista=Essays and Studies by members of the English Association|volume=14|città=Oxford|anno=1929|pp=104-126|lingua=inglese|cid=''Ancrene Wisse and Hali Meiðhad''}}
* {{cita pubblicazione|autore=J.R.R. Tolkien|titolo=Ancrene Wisse and Hali Meiðhad|rivista=Essays and Studies by members of the English Association|volume=14|città=Oxford|anno=1929|pp=104-126|lingua=inglese|cid=''Ancrene Wisse and Hali Meiðhad''}}
* {{Cita libro|titolo=Lo Hobbit o la Riconquista del Tesoro|autore=[[w:it:J. R. R. Tolkien|J.R.R. Tolkien]]|anno=1973|editore=Adelphi|lingua=italiano|isbn=8845927555}}
* {{Cita libro|titolo=Lo Hobbit o la Riconquista del Tesoro|autore=[[w:it:J. R. R. Tolkien|J.R.R. Tolkien]]|anno=1973|editore=Adelphi|lingua=italiano|isbn=8845927555}}
* {{Cita libro|titolo=Il cacciatore di draghi|autore=J.R.R. Tolkien|anno=1975|editore=Einaudi|città=Torino|ISBN=8845299694}}
* {{Cita libro|titolo=Le avventure di Tom Bombadil|autore=J.R.R. Tolkien|anno=1978|editore=Rusconi|città=Milano|ISBN=8845299686}}
* {{Cita libro|titolo=Le lettere di Babbo Natale|autore=J.R.R. Tolkien|anno=1980|editore=Rusconi|città=Milano|ISBN=8818121316}}
* {{Cita libro|titolo=Racconti Incompiuti di Numenor e della Terra-di-Mezzo|autore=J.R.R. Tolkien|anno=1981|editore=Rusconi|città=Milano|ISBN=8818120646}}
* {{Cita libro|titolo=Mr Bliss|autore=J.R.R. Tolkien|anno=1984|editore=Rusconi|città=Milano|ISBN=000743619X}}
* {{Cita libro|titolo=Immagini|autore=J.R.R. Tolkien|anno=1989|editore=Rusconi|città=Milano|ISBN=9788845292019}}
* {{Cita libro|titolo=Roverandom, le avventure di un cane alato|autore=J.R.R. Tolkien|anno=1998|editore=Rizzoli|città=Milano|ISBN=8845274047}}


=== Studi ===
=== Studi ===
 
{{ordina lista|
* {{Cita libro|titolo=L'Anello e la Croce|autore=[[w:it:Andrea Monda|Andrea Monda]]|anno=2008|editore=Rubbettino|città=Soveria Mannelli|lingua=italiano|pp=252|ISBN=8849822154}}
* {{Cita libro|titolo=L'Anello e la Croce|nome=Andrea|cognome=Monda|wkautore=w:it:Andrea Monda|anno=2008|editore=Rubbettino|città=Soveria Mannelli|lingua=italiano|pp=252|ISBN=8849822154}}
* {{Cita libro|titolo=La spiritualità del Signore degli Anelli|nome=Irène|cognome=Fernandez|annooriginale=2002|anno=2003|editore=Elledici|città=Leumann (Torino)|lingua=italiano|pp=96|ISBN=8801027559}}
* {{Cita libro|titolo=La spiritualità del Signore degli Anelli|nome=Irène|cognome=Fernandez|annooriginale=2002|anno=2003|editore=Elledici|città=Leumann (Torino)|lingua=italiano|pp=96|ISBN=8801027559}}
* {{Cita libro|titolo=L'épopée religieuse de J.R.R. Tolkien|autore=F. Léaud|curatore=E. Kloczko|edizione=Tolkien in France (Arda)|anno=1967|città=Paris|isbn=2911979028}}
* {{Cita libro|titolo=L'épopée religieuse de J.R.R. Tolkien|autore=Léaud F.|curatore=E. Kloczko|edizione=Tolkien in France (Arda)|anno=1967|città=Paris|lingua=francese|isbn=2911979028}}
* {{Cita libro|titolo=Master of Middle Earth, The Achievement of J.R.R. Tolkien|autore=P. Kocher|anno=1972|editore=Houghton Mifflin Company|città=Boston|isbn=0500010951}}
* {{Cita libro|titolo=Master of Middle Earth, The Achievement of J.R.R. Tolkien|cognome=Kocher|nome=Paul|anno=1972|editore=Houghton Mifflin Company|città=Boston|lingua=inglese|isbn=0500010951}}
* {{Cita libro|titolo=Tolkien: Man and Myth|autore=J. Pearce|anno=1998|editore=Harper & Collins|città=London|isbn=0898708257}}
* {{Cita libro|titolo=Tolkien: Man and Myth, A Literary Life|cognome=Pearce|nome=Joseph|anno=1998|editore=Harper & Collins|città=London|lingua=inglese|isbn=0898708257}}
* {{Cita libro|titolo=J.R.R. Tolkien, Author of the Century|autore=T. Shippey|anno=2000|editore=Houghton Mifflin Company|città=New York|isbn=061812764X}}
* {{Cita libro|titolo=J.R.R. Tolkien, Author of the Century|cognome=Shippey|nome=Tom|anno=2000|editore=Houghton Mifflin Company|città=New York|lingua=inglese|isbn=061812764X}}
* {{Cita libro|titolo=Tolkien: sur les rivages de la Terre du Milieu|cognome=Ferré|nome=Vincent|anno=2001|editore=Christian Bourgois|città=Paris|lingua=francese|ISBN=2267015730}}
* {{Cita libro|titolo=Meditations on Middle-Earth|curatore=Haber Karen|anno=2001|editore=St. Martin's Press|città=New York|lingua=inglese|ISBN=0312275366}}
* {{Cita libro|titolo=Là dove non c’è tenebra. Storie di amicizia tra scrittori|cognome=Gulisano|nome=Paolo|wkautore=w:it:Paolo Gulisano|anno=2019|editore=Ares|città=Milano|pp=208|lingua=italiano|ISBN=9788881558780}}
* {{Cita libro|titolo=Colui che raccontà la grazia. Una rilettura de "Il Signore degli Anelli" di J.R.R. Tolkien|nome=Mauro|cognome=Toninelli|anno=2019|editore=Cittadella|città=Assisi|pp=220|lingua=italiano|ISBN=9788830816985}}
* {{Cita libro|titolo=Il Vangelo secondo Tolkien. Dalla Terra di mezzo alla teologia pop|nome=Stefano|cognome=Giannatempo|collana=Nostro tempo|anno=2014|editore=Claudiana|città=Torino|pp=112|lingua=italiano|ISBN=9788870169867}}
* {{Cita libro|titolo=Introduzione a Tolkien|autore=AA. VV.|curatore=Manni Franco|anno=2003|editore=Simonelli|città=Milano|lingua=italiano|ISBN=8886792395}}
* {{Cita libro|titolo=Mitopiesi. Fantasia e Storia in Tolkien|autore=AA. VV.|curatore=Manni Franco|anno=2005|editore=Grafo|lingua=italiano|città=Brescia}}
* {{Cita libro|titolo=Uno sguardo fino al mare|autore=AA. VV.|curatore=P. Baroni, C. Isoldi, E. Rialti, M. Zupo|anno=2004|editore=Il Cerchio|città=Rimini|lingua=italiano|ISBN=8884740576}}
* {{Cita libro|titolo=Proceedings of the J.R.R. Tolkien Centenary Conference|autore=AA. VV.|curatore=P. Reynolds e G. GoodKnight|anno=1995|editore=The Tolkien Society & Mythopoeic Press|città=Altadena|lingua=inglese}}
* {{Cita libro|titolo=La Compagnia, l'Anello, il Potere. J.R.R. Tolkien Creatore di Mondi|autore=AA. VV.|anno=2002|editore=Il Cerchio|città=Rimini|lingua=italiano|ISBN=8884741777}}
* {{Cita libro|titolo=Tolkien, una creatività per il Vangelo|autore=AA. VV.|anno=2003|editore=Feria - Comunità di San Leonino|città=Panzano in Chianti|lingua=italiano|ISBN=8887699399}}
* {{Cita libro|titolo=L'anello e la spada. Guida al mondo di J.R.R. Tolkien|nome=Alessandro|cognome=Bottero|anno=2002|editore=Mare Nero|città=Roma|lingua=italiano|ISBN=8887495548}}
* {{Cita libro|titolo=Gli Inklings|nome=Humphrey|cognome=Carpenter|anno=1984|editore=Jaca Book|città=Milano|lingua=italiano|ISBN=881651003X}}
* {{Cita libro|titolo=La vita di J.R.R. Tolkien|nome=Humphrey|cognome=Carpenter|anno=1991|editore=Ares|città=Milano|lingua=italiano|ISBN=8881550431}}
* {{Cita pubblicazione|titolo=Tolkien, signore della fantasia|collana=Civiltà Cattolica|numero=3647|cognome=Castelli|nome=Ferdinando|data=1 giugno 2002}}
}}


== Riferimenti ==
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