2 354
contributi
(Creata pagina con "{{Album |titolo = La buona novella |titoloalfa = Buona novella, La |artista = Fabrizio De André |tipo album = Studio |giornomese = 1º novembre |anno = 1970 |durata = 35:21...") |
|||
Riga 29: | Riga 29: | ||
== Contenuto == | == Contenuto == | ||
Attraverso i Vangeli apocrifi, scelti come traccia da seguire per elaborare la trama del disco, emerge la vocazione umana e terrena, quindi provocatoria e rivoluzionaria della figura storica di Gesù di Nazareth, già narrata in ''Si chiamava Gesù''<ref name=Brunialti>{{cita news|autore=Alessio Brunialti|titolo=Concept: 100 album fondamentali|pubblicazione=[[Il mucchio selvaggio (rivista)|Mucchio Extra]]|data=#25 Primavera 2007|lingua=IT|editore = Stemax Coop}}</ref>. In questo album la figura di Cristo è narrata attraverso quella dei personaggi che hanno a che fare con lui e la sua storia, mentre appare direttamente come protagonista solo nella canzone ''Via della Croce''. | Attraverso i Vangeli apocrifi, scelti come traccia da seguire per elaborare la trama del disco, emerge la vocazione umana e terrena, quindi provocatoria e rivoluzionaria della figura storica di Gesù di Nazareth, già narrata in ''Si chiamava Gesù''<ref name=Brunialti>{{cita news|autore=Alessio Brunialti|titolo=Concept: 100 album fondamentali|pubblicazione=[[wikipedia:it:Il mucchio selvaggio (rivista)|Mucchio Extra]]|data=#25 Primavera 2007|lingua=IT|editore = Stemax Coop}}</ref>. In questo album la figura di Cristo è narrata attraverso quella dei personaggi che hanno a che fare con lui e la sua storia, mentre appare direttamente come protagonista solo nella canzone ''Via della Croce''. | ||
La narrazione, introdotta da un ''Laudate Dominum'', inizia raccontando ''L'infanzia di [[Maria, madre di Gesù|Maria]]'': la piccola Maria vive un'infanzia terribile segregata nel tempio (''"dicono fosse un angelo a raccontarti le ore, a misurarti il tempo fra cibo e Signore"''); l'impurità delle prime mestruazioni ("''ma per i sacerdoti fu colpa il tuo maggio, la tua verginità che si tingeva di rosso''") provocò il suo allontanamento e la scelta forzata di uno sposo; il matrimonio avviene con un uomo buono ma vecchio, il falegname Giuseppe ("l''a diedero in sposa a dita troppo secche per chiudersi su una rosa''") che la sposa per dovere e la deve poi lasciare per quattro anni per lavoro. | La narrazione, introdotta da un ''Laudate Dominum'', inizia raccontando ''L'infanzia di [[wikipedia:it:Maria, madre di Gesù|Maria]]'': la piccola Maria vive un'infanzia terribile segregata nel tempio (''"dicono fosse un angelo a raccontarti le ore, a misurarti il tempo fra cibo e Signore"''); l'impurità delle prime mestruazioni ("''ma per i sacerdoti fu colpa il tuo maggio, la tua verginità che si tingeva di rosso''") provocò il suo allontanamento e la scelta forzata di uno sposo; il matrimonio avviene con un uomo buono ma vecchio, il falegname Giuseppe ("l''a diedero in sposa a dita troppo secche per chiudersi su una rosa''") che la sposa per dovere e la deve poi lasciare per quattro anni per lavoro. | ||
Ne ''Il ritorno di Giuseppe'' si può cogliere la fatica della vita di Giuseppe; nel suo ritorno a casa porta una bambola per Maria, e la trova implorante affetto e attenzione. | Ne ''Il ritorno di Giuseppe'' si può cogliere la fatica della vita di Giuseppe; nel suo ritorno a casa porta una bambola per Maria, e la trova implorante affetto e attenzione. | ||
''Il sogno di Maria'' riporta la scena nel tempio. In un sogno l'angelo che usava farle visita la porta in volo lontano ''"là dove il giorno si perde"''; lì le dà la notizia della [[annunciazione|futura nascita]] di un bimbo; il testo allude ad un concepimento più terreno di quello raccontato dai [[vangeli canonici]]. Al risveglio Maria capisce di essere incinta (''"parole confuse nella mia mente, svanite in un sogno ma impresse nel ventre"'') e si scioglie in pianto. | ''Il sogno di Maria'' riporta la scena nel tempio. In un sogno l'angelo che usava farle visita la porta in volo lontano ''"là dove il giorno si perde"''; lì le dà la notizia della [[wikipedia:it:annunciazione|futura nascita]] di un bimbo; il testo allude ad un concepimento più terreno di quello raccontato dai [[wikipedia:it:vangeli canonici|vangeli canonici]]. Al risveglio Maria capisce di essere incinta (''"parole confuse nella mia mente, svanite in un sogno ma impresse nel ventre"'') e si scioglie in pianto. | ||
La maternità inaspettata (''"ave alle donne come te Maria, femmine un giorno e poi madri per sempre"''), si esprime in ''Ave Maria'', un omaggio alla donna nel momento del concepimento. | La maternità inaspettata (''"ave alle donne come te Maria, femmine un giorno e poi madri per sempre"''), si esprime in ''Ave Maria'', un omaggio alla donna nel momento del concepimento. | ||
Riga 42: | Riga 42: | ||
''Via della croce'' è una delle canzoni in cui De André lascia trasparire i suoi pensieri e i suoi sentimenti anarchici: ''"il potere vestito d'umana sembianza ormai ti considera morto abbastanza"''. | ''Via della croce'' è una delle canzoni in cui De André lascia trasparire i suoi pensieri e i suoi sentimenti anarchici: ''"il potere vestito d'umana sembianza ormai ti considera morto abbastanza"''. | ||
Non appena i tre condannati vengono [[Crocifissione|crocifissi]], le loro rispettive ''Tre Madri'' stanno adagiate sotto le croci per confortarli. Le due donne dicono a Maria che non ha alcuna ragione di piangere così "forte", dal momento che sa che suo figlio, al contrario dei loro, "''alla vita, nel terzo giorno, [...] [[resurrezione|farà ritorno]]''". La canzone si conclude con le parole di Maria che spiegano il motivo della sua tristezza: "non fossi stato figlio di Dio/t'avrei ancora per figlio mio". | Non appena i tre condannati vengono [[wikipedia:it:Crocifissione|crocifissi]], le loro rispettive ''Tre Madri'' stanno adagiate sotto le croci per confortarli. Le due donne dicono a Maria che non ha alcuna ragione di piangere così "forte", dal momento che sa che suo figlio, al contrario dei loro, "''alla vita, nel terzo giorno, [...] [[wikipedia:it:resurrezione|farà ritorno]]''". La canzone si conclude con le parole di Maria che spiegano il motivo della sua tristezza: "non fossi stato figlio di Dio/t'avrei ancora per figlio mio". | ||
Ne ''Il testamento di Tito'' vengono invece elencati i [[dieci comandamenti]], analizzati dall'inedito punto di vista di [[San Disma|Tito]], il ladrone pentito crocifisso accanto a [[Gesù]]; i nomi dei ladroni variano da vangelo a vangelo (Dimaco/Gesta Tito/Disma): Tito è il ladrone buono nel vangelo arabo dell'infanzia (l'altro è chiamato Dimaco). | Ne ''Il testamento di Tito'' vengono invece elencati i [[wikipedia:it:dieci comandamenti|dieci comandamenti]], analizzati dall'inedito punto di vista di [[wikipedia:it:San Disma|Tito]], il ladrone pentito crocifisso accanto a [[wikipedia:it:Gesù|Gesù]]; i nomi dei ladroni variano da vangelo a vangelo (Dimaco/Gesta Tito/Disma): Tito è il ladrone buono nel vangelo arabo dell'infanzia (l'altro è chiamato Dimaco). | ||
Per quanto riguarda la [[musica]], la prima strofa incomincia semplicemente con la voce ed un leggero accompagnamento con la [[chitarra]], crescendo sempre più in strumenti e accompagnamenti fino all'ultima [[strofa]]. "È insieme ad ''[[Volume 8#Amico fragile|Amico fragile]]'' - dichiarò De André - la mia miglior canzone. Dà un'idea di come potrebbero cambiare le leggi se fossero scritte da chi il potere non ce l'ha. È un altro di quei pezzi scritti col cuore, senza paura di apparire retorici, che riesco a cantare ancora oggi, senza stancarmene."<ref name="Ansaldo p. 91.">Ansaldo 2015, p. 91.</ref> [[Michele Maisano]], uno dei cantanti italiani più famosi degli anni sessanta, e per qualche tempo uno dei migliori amici di De André, che lo aveva conosciuto alla [[Ricordi (casa discografica)|Ricordi]], nel 1963<ref>{{cita|Viva 2000|p. 146}}.</ref>, ricordava: "Fabrizio scrisse il ''Testamento di Tito'' canticchiandolo sulla famosa ''[[Blowin' in the wind]]'' di [[Bob Dylan]]; il problema era quindi comporre una musica che rispecchiasse quello spirito ma con una matrice un po' più italiana. Ci siamo quindi messi al lavoro io e [[Corrado Castellari]], allora il mio autore preferito, ed è venuta fuori la musica del ''Testamento di Tito''. La parte più bella l'ha composta Castellari." | Per quanto riguarda la [[wikipedia:it:musica|musica]], la prima strofa incomincia semplicemente con la voce ed un leggero accompagnamento con la [[wikipedia:it:chitarra|chitarra]], crescendo sempre più in strumenti e accompagnamenti fino all'ultima [[wikipedia:it:strofa|strofa]]. "È insieme ad ''[[wikipedia:it:Volume 8#Amico fragile|Amico fragile]]'' - dichiarò De André - la mia miglior canzone. Dà un'idea di come potrebbero cambiare le leggi se fossero scritte da chi il potere non ce l'ha. È un altro di quei pezzi scritti col cuore, senza paura di apparire retorici, che riesco a cantare ancora oggi, senza stancarmene."<ref name="Ansaldo p. 91.">Ansaldo 2015, p. 91.</ref> [[wikipedia:it:Michele Maisano|Michele Maisano]], uno dei cantanti italiani più famosi degli anni sessanta, e per qualche tempo uno dei migliori amici di De André, che lo aveva conosciuto alla [[wikipedia:it:Ricordi (casa discografica)|Ricordi]], nel 1963<ref>{{cita|Viva 2000|p. 146}}.</ref>, ricordava: "Fabrizio scrisse il ''Testamento di Tito'' canticchiandolo sulla famosa ''[[wikipedia:it:Blowin' in the wind|Blowin' in the wind]]'' di [[wikipedia:it:Bob Dylan|Bob Dylan]]; il problema era quindi comporre una musica che rispecchiasse quello spirito ma con una matrice un po' più italiana. Ci siamo quindi messi al lavoro io e [[wikipedia:it:Corrado Castellari|Corrado Castellari]], allora il mio autore preferito, ed è venuta fuori la musica del ''Testamento di Tito''. La parte più bella l'ha composta Castellari." | ||
<ref>{{cita|Viva 2000|p. 147}}.</ref> | <ref>{{cita|Viva 2000|p. 147}}.</ref> | ||
L'opera termina con una sorta di canto liturgico (''Laudate hominem'') che incita a lodare l'uomo, e non in quanto figlio di un dio, ma in quanto figlio di un altro uomo, quindi fratello. | L'opera termina con una sorta di canto liturgico (''Laudate hominem'') che incita a lodare l'uomo, e non in quanto figlio di un dio, ma in quanto figlio di un altro uomo, quindi fratello. |
contributi