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La buona novella: differenze tra le versioni

(Creata pagina con "{{Album |titolo = La buona novella |titoloalfa = Buona novella, La |artista = Fabrizio De André |tipo album = Studio |giornomese = 1º novembre |anno = 1970 |durata = 35:21...")
 
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== Contenuto ==
== Contenuto ==
Attraverso i Vangeli apocrifi, scelti come traccia da seguire per elaborare la trama del disco, emerge la vocazione umana e terrena, quindi provocatoria e rivoluzionaria della figura storica di Gesù di Nazareth, già narrata in ''Si chiamava Gesù''<ref name=Brunialti>{{cita news|autore=Alessio Brunialti|titolo=Concept: 100 album fondamentali|pubblicazione=[[Il mucchio selvaggio (rivista)|Mucchio Extra]]|data=#25 Primavera 2007|lingua=IT|editore = Stemax Coop}}</ref>. In questo album la figura di Cristo è narrata attraverso quella dei personaggi che hanno a che fare con lui e la sua storia, mentre appare direttamente come protagonista solo nella canzone ''Via della Croce''.
Attraverso i Vangeli apocrifi, scelti come traccia da seguire per elaborare la trama del disco, emerge la vocazione umana e terrena, quindi provocatoria e rivoluzionaria della figura storica di Gesù di Nazareth, già narrata in ''Si chiamava Gesù''<ref name=Brunialti>{{cita news|autore=Alessio Brunialti|titolo=Concept: 100 album fondamentali|pubblicazione=[[wikipedia:it:Il mucchio selvaggio (rivista)|Mucchio Extra]]|data=#25 Primavera 2007|lingua=IT|editore = Stemax Coop}}</ref>. In questo album la figura di Cristo è narrata attraverso quella dei personaggi che hanno a che fare con lui e la sua storia, mentre appare direttamente come protagonista solo nella canzone ''Via della Croce''.


La narrazione, introdotta da un ''Laudate Dominum'', inizia raccontando ''L'infanzia di [[Maria, madre di Gesù|Maria]]'': la piccola Maria vive un'infanzia terribile segregata nel tempio (''"dicono fosse un angelo a raccontarti le ore, a misurarti il tempo fra cibo e Signore"''); l'impurità delle prime mestruazioni ("''ma per i sacerdoti fu colpa il tuo maggio, la tua verginità che si tingeva di rosso''") provocò il suo allontanamento e la scelta forzata di uno sposo; il matrimonio avviene con un uomo buono ma vecchio, il falegname Giuseppe ("l''a diedero in sposa a dita troppo secche per chiudersi su una rosa''") che la sposa per dovere e la deve poi lasciare per quattro anni per lavoro.
La narrazione, introdotta da un ''Laudate Dominum'', inizia raccontando ''L'infanzia di [[wikipedia:it:Maria, madre di Gesù|Maria]]'': la piccola Maria vive un'infanzia terribile segregata nel tempio (''"dicono fosse un angelo a raccontarti le ore, a misurarti il tempo fra cibo e Signore"''); l'impurità delle prime mestruazioni ("''ma per i sacerdoti fu colpa il tuo maggio, la tua verginità che si tingeva di rosso''") provocò il suo allontanamento e la scelta forzata di uno sposo; il matrimonio avviene con un uomo buono ma vecchio, il falegname Giuseppe ("l''a diedero in sposa a dita troppo secche per chiudersi su una rosa''") che la sposa per dovere e la deve poi lasciare per quattro anni per lavoro.


Ne ''Il ritorno di Giuseppe'' si può cogliere la fatica della vita di Giuseppe; nel suo ritorno a casa porta una bambola per Maria, e la trova implorante affetto e attenzione.
Ne ''Il ritorno di Giuseppe'' si può cogliere la fatica della vita di Giuseppe; nel suo ritorno a casa porta una bambola per Maria, e la trova implorante affetto e attenzione.
''Il sogno di Maria'' riporta la scena nel tempio. In un sogno l'angelo che usava farle visita la porta in volo lontano ''"là dove il giorno si perde"''; lì le dà la notizia della [[annunciazione|futura nascita]] di un bimbo; il testo allude ad un concepimento più terreno di quello raccontato dai [[vangeli canonici]]. Al risveglio Maria capisce di essere incinta (''"parole confuse nella mia mente, svanite in un sogno ma impresse nel ventre"'') e si scioglie in pianto.
''Il sogno di Maria'' riporta la scena nel tempio. In un sogno l'angelo che usava farle visita la porta in volo lontano ''"là dove il giorno si perde"''; lì le dà la notizia della [[wikipedia:it:annunciazione|futura nascita]] di un bimbo; il testo allude ad un concepimento più terreno di quello raccontato dai [[wikipedia:it:vangeli canonici|vangeli canonici]]. Al risveglio Maria capisce di essere incinta (''"parole confuse nella mia mente, svanite in un sogno ma impresse nel ventre"'') e si scioglie in pianto.


La maternità inaspettata (''"ave alle donne come te Maria, femmine un giorno e poi madri per sempre"''), si esprime in ''Ave Maria'', un omaggio alla donna nel momento del concepimento.
La maternità inaspettata (''"ave alle donne come te Maria, femmine un giorno e poi madri per sempre"''), si esprime in ''Ave Maria'', un omaggio alla donna nel momento del concepimento.
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''Via della croce'' è una delle canzoni in cui De André lascia trasparire i suoi pensieri e i suoi sentimenti anarchici: ''"il potere vestito d'umana sembianza ormai ti considera morto abbastanza"''.
''Via della croce'' è una delle canzoni in cui De André lascia trasparire i suoi pensieri e i suoi sentimenti anarchici: ''"il potere vestito d'umana sembianza ormai ti considera morto abbastanza"''.


Non appena i tre condannati vengono [[Crocifissione|crocifissi]], le loro rispettive ''Tre Madri'' stanno adagiate sotto le croci per confortarli. Le due donne dicono a Maria che non ha alcuna ragione di piangere così "forte", dal momento che sa che suo figlio, al contrario dei loro, "''alla vita, nel terzo giorno, [...] [[resurrezione|farà ritorno]]''". La canzone si conclude con le parole di Maria che spiegano il motivo della sua tristezza: "non fossi stato figlio di Dio/t'avrei ancora per figlio mio".
Non appena i tre condannati vengono [[wikipedia:it:Crocifissione|crocifissi]], le loro rispettive ''Tre Madri'' stanno adagiate sotto le croci per confortarli. Le due donne dicono a Maria che non ha alcuna ragione di piangere così "forte", dal momento che sa che suo figlio, al contrario dei loro, "''alla vita, nel terzo giorno, [...] [[wikipedia:it:resurrezione|farà ritorno]]''". La canzone si conclude con le parole di Maria che spiegano il motivo della sua tristezza: "non fossi stato figlio di Dio/t'avrei ancora per figlio mio".


Ne ''Il testamento di Tito'' vengono invece elencati i [[dieci comandamenti]], analizzati dall'inedito punto di vista di [[San Disma|Tito]], il ladrone pentito crocifisso accanto a [[Gesù]]; i nomi dei ladroni variano da vangelo a vangelo (Dimaco/Gesta Tito/Disma): Tito è il ladrone buono nel vangelo arabo dell'infanzia (l'altro è chiamato Dimaco).
Ne ''Il testamento di Tito'' vengono invece elencati i [[wikipedia:it:dieci comandamenti|dieci comandamenti]], analizzati dall'inedito punto di vista di [[wikipedia:it:San Disma|Tito]], il ladrone pentito crocifisso accanto a [[wikipedia:it:Gesù|Gesù]]; i nomi dei ladroni variano da vangelo a vangelo (Dimaco/Gesta Tito/Disma): Tito è il ladrone buono nel vangelo arabo dell'infanzia (l'altro è chiamato Dimaco).
Per quanto riguarda la [[musica]], la prima strofa incomincia semplicemente con la voce ed un leggero accompagnamento con la [[chitarra]], crescendo sempre più in strumenti e accompagnamenti fino all'ultima [[strofa]]. "È insieme ad ''[[Volume 8#Amico fragile|Amico fragile]]'' - dichiarò De André - la mia miglior canzone.  Dà un'idea di come potrebbero cambiare le leggi se fossero scritte da chi il potere non ce l'ha. È un altro di quei pezzi scritti col cuore, senza paura di apparire retorici, che riesco a cantare ancora oggi, senza stancarmene."<ref name="Ansaldo p. 91.">Ansaldo 2015, p. 91.</ref> [[Michele Maisano]], uno dei cantanti italiani più famosi degli anni sessanta, e per qualche tempo uno dei migliori amici di De André, che lo aveva conosciuto alla [[Ricordi (casa discografica)|Ricordi]], nel 1963<ref>{{cita|Viva 2000|p. 146}}.</ref>, ricordava: "Fabrizio scrisse il ''Testamento di Tito'' canticchiandolo sulla famosa ''[[Blowin' in the wind]]'' di [[Bob Dylan]]; il problema era quindi comporre una musica che rispecchiasse quello spirito ma con una matrice un po' più italiana. Ci siamo quindi messi al lavoro io e [[Corrado Castellari]], allora il mio autore preferito, ed è venuta fuori la musica del ''Testamento di Tito''. La parte più bella l'ha composta Castellari."
Per quanto riguarda la [[wikipedia:it:musica|musica]], la prima strofa incomincia semplicemente con la voce ed un leggero accompagnamento con la [[wikipedia:it:chitarra|chitarra]], crescendo sempre più in strumenti e accompagnamenti fino all'ultima [[wikipedia:it:strofa|strofa]]. "È insieme ad ''[[wikipedia:it:Volume 8#Amico fragile|Amico fragile]]'' - dichiarò De André - la mia miglior canzone.  Dà un'idea di come potrebbero cambiare le leggi se fossero scritte da chi il potere non ce l'ha. È un altro di quei pezzi scritti col cuore, senza paura di apparire retorici, che riesco a cantare ancora oggi, senza stancarmene."<ref name="Ansaldo p. 91.">Ansaldo 2015, p. 91.</ref> [[wikipedia:it:Michele Maisano|Michele Maisano]], uno dei cantanti italiani più famosi degli anni sessanta, e per qualche tempo uno dei migliori amici di De André, che lo aveva conosciuto alla [[wikipedia:it:Ricordi (casa discografica)|Ricordi]], nel 1963<ref>{{cita|Viva 2000|p. 146}}.</ref>, ricordava: "Fabrizio scrisse il ''Testamento di Tito'' canticchiandolo sulla famosa ''[[wikipedia:it:Blowin' in the wind|Blowin' in the wind]]'' di [[wikipedia:it:Bob Dylan|Bob Dylan]]; il problema era quindi comporre una musica che rispecchiasse quello spirito ma con una matrice un po' più italiana. Ci siamo quindi messi al lavoro io e [[wikipedia:it:Corrado Castellari|Corrado Castellari]], allora il mio autore preferito, ed è venuta fuori la musica del ''Testamento di Tito''. La parte più bella l'ha composta Castellari."
<ref>{{cita|Viva 2000|p. 147}}.</ref>
<ref>{{cita|Viva 2000|p. 147}}.</ref>


L'opera termina con una sorta di canto liturgico (''Laudate hominem'') che incita a lodare l'uomo, e non in quanto figlio di un dio, ma in quanto figlio di un altro uomo, quindi fratello.
L'opera termina con una sorta di canto liturgico (''Laudate hominem'') che incita a lodare l'uomo, e non in quanto figlio di un dio, ma in quanto figlio di un altro uomo, quindi fratello.