August (Eric Clapton)

Da Semi del Verbo, l'enciclopedia dell'influenza del Vangelo sulla cultura
August
album in studio
ArtistaEric Clapton
Pubblicazionenovembre 1986[1]
Durata55:31
Dischi1
Tracce12
GenereBlues rock
Album-oriented rock[1]
EtichettaReprise Records
ProduttoreEric Clapton, Phil Collins, Tom Dowd
Eric Clapton - cronologia
Album precedente
(1985)
Album successivo
(1989)
Recensioni professionali
Recensione Giudizio
AllMusic [1]

August è un album del musicista inglese Eric Clapton, pubblicato nel 1986.[1]

Tracce

  1. It's in the Way That You Use It – 4:11 (Eric Clapton, Robbie Robertson)
  2. Run – 3:39 (Lamont Dozier)
  3. Tearing Us Apart – 4:15 (Eric Clapton, Greg Phillinganes)
  4. Bad Influence – 5:09 (Robert Cray, Greg Phillinganes)
  5. Walk Away – 3:52 (Richard Feldman)
  6. Hung Up on Your Love – 3:53 (Lamont Dozier)
  7. Take a Chance – 4:54 (Eric Clapton, Greg Phillinganes)
  8. Hold On – 4:56 (Eric Clapton, Phil Collins)
  9. Miss You – 5:06 (Eric Clapton, Bobby Colomby, Greg Phillinganes)
  10. Holy Mother – 4:55 (Stephen Bishop, Eric Clapton)
  11. Behind the Mask – 4:47 (Chris J. Mosdell, Ryūichi Sakamoto)
  12. Grand Illusion – 6:23 (Bob Farrell, David Robbins, Wesley Stephenson)

Holy Mother

Holy mother where are you?Santa Madre dove sei
Tonight I feel broken in twostanotte mi sento spezzare in due
I've seen the stars fall from the skyvidi cadere le stelle dal cielo
 
Holy mother, can't keep from cryingSanta Madre, non trattengo le lacrime
Oh I need your help this timeOra ho bisogno del tuo aiuto
Get me through this lonely nightFammi superare questa notte triste
Tell me please which way to turnDimmi da che parte andare
To find myself againPer ritrovarmi nuovamente
 
Holy mother, hear my prayerSanta Madre, ascolta la mia preghiera
Somehow I know you're still thereSo che ci sei ancora
Help me please find peace of mindAiutami a ritrovare la serenità
Take away this painToglimi questo dolore
 
I can't wait, I can't wait, I can't wait any longerNon posso attendere, non posso attendere, non posso più attendere
I can't wait, I can't wait, I can't wait for youNon posso attendere, non posso attendere, non posso per te attendere
 
Holy mother, hear my crySanta Madre, ascolta il mio grido
I've called your name a thousand timesHo invocato il tuo nome mille volte
I've felt the anger running through my soulHo sentito lo sdegno nell'anima
All I need is a hand to holdHo bisogno solo di tenere una mano
 
Oh I feel that the end has comeOh sento la fine arrivare
No longer my legs will runLe mie gambe non corrono più
You know I would rather beSai che preferirei
In your arms tonighttrovarmi tra le tue braccia stasera
 
When my hands no longer playQuando le mie mani non suonano più
My voice is still, I fade awayLa mia voce si ferma, mi dileguo
Holy mother, then I will beSanta Madre, allora io sarò
Lying in, safe within your armssdraiato, sicuro nelle tue braccia
 
Holy Mother hear my crySanta Madre ascolta il mio grido
Holy Mother hear my crySanta Madre ascolta il mio grido
Holy Mother hear my crySanta Madre ascolta il mio grido
Holy Mother hear my crySanta Madre ascolta il mio grido
Holy Mother hear my crySanta Madre ascolta il mio grido
Holy Mother hear my crySanta Madre ascolta il mio grido
 
Holy Mother hear my crySanta Madre ascolta il mio grido

Nel 1986 Eric Clapton scrisse insieme a Stephen Bishop questa preghiera-canzone, una delle più significative della sua lunga carriera, una delle più toccanti per storia, produzione artistica, melodia ed armonia.

Walter Gatti, "Holy Mother", la preghiera di Eric Clapton, in RomaSette, 25 ottobre 2012.
«Pochi mesi prima che venisse incisa nell'album August (disco che contiene anche buoni pezzi come Bad influence and Tearing us apart), si toglieva la vita a 43 anni Richard Manuel, tastierista e membro storico di The Band, il gruppo guidato da Robbie Robertson che a lungo tempo era stato a fianco di Bob Dylan e che aveva inciso alcune delle più importanti canzoni dell’intera storia del rock (The Weight, The Night They Throw Old Dixie Down, It Makes No Difference): Holy Mother è dedicata a lui.

È una canzone di sofferenza indifesa, di completa povertà, di assoluta incomprensione di fronte a certi inspiegabili fatti della vita. Clapton non è nuovo alle canzoni di forte religiosità, come mostra in Presence of The Lord e Hold me Lord, ma in Holy Mother raggiunge uno dei suo livelli più alti e belli, perché intensità e partecipazione hanno la dimensione del raccoglimento, visto che parole e musica sgorgano di fronte ad un amico grandissimo musicista che muore.

Da dove viene questa preghiera? Dal cuore, dalla vita e dall’antica educazione. In un’intervista Clapton mi confessò: «È mia nonna che mi ha insegnato a pregare con le preghiere di una volta. Ed ogni tanto mi ritornano alla bocca, soprattutto nei momenti più difficili». Questa canzone appartiene a quella stessa radice di famiglia e tradizione, quasi a dimostrare che certi semi prima o poi saltano fuori e generano in modo imprevedibile.

Cosi bella e cosi poderosa nella sua semplicità, Holy Mother è anche una delle più evidenti prove che la preghiera è una forma ben presente nel guazzabuglio artistico che chiamiamo “musica rock”. Altre canzoni come What do you want me to do di Mike Scott o Hallelujah di Leonard Cohen ne sono ulteriore riprova, e sarebbe strano il contrario, visto che la “mendicanza” è un atteggiamento radicalmente connesso all’essere umano che solo la mancanza di realismo di certe culture vorrebbe trasformare in “sovrastruttura culturale”.

Invece è sempre interessante (e forse anche commovente) notare come la preghiera salti fuori nel rock (come nella vita) in momenti inattesi, definitivi, strani e imprevedibili. Sono quelle cose che accadono e che nel rock non hanno spiegazione immediata, ma parlano un linguaggio preciso e conducono fino in fondo all’uomo, fino al fondo dell’uomo e di ciò che cerca, soprattutto quando non ha scuse o altri appigli.

Come quella sera del 20 aprile 1992, quando David Bowie – al termine della sua esibizione durante il concerto di tributo a Freddy Mercury, scomparso per Aids pochi mesi prima – si inginocchiò davanti a un miliardo di persone in diretta televisiva e disse: «Non abbiamo modo migliore per ricordare Freddy e tutti i nostri amici morti come lui, che recitare tutti insieme il Padre Nostro». In molte parti del mondo, ne sono certo, qualcuno ascoltò questa preghiera per la prima volta.»

Formazione

Altri musicisti

  • Tina Turner – voce su Tearing Us Apart, cori su Hold On
  • Henry Spinetti – batteria su It's in the Way That You Use It
  • Gary Brooker – tastiere, voce su It's in the Way That You Use It
  • Laurence Cottle – basso su It's in the Way That You Use It
  • Richard Cottle – sintetizzatore su It's in the Way That You Use It
  • Richard Feldman – tastiere su Walk Away
  • Katie Kissoon – cori su Take a Chance, Holy Mother, Behind the Mask
  • Tessa Niles – cori su Take a Chance, Holy Mother, Behind the Mask
  • Magic Moreno – cori su Take a Chance

Personale tecnico

  • Leon Pendarvis – arrangiamenti per fiati
  • Magic Moreno – ingegneria del suono
  • Steve Chase – ingegneria del suono su It's in the Way That You Use It
  • John Jacobs – ingegneria del suono su It's in the Way That You Use It
  • Paul Gommersall – ingegneria del suono
  • Peter Hefter – ingegneria del suono
  • Terry O'Neill – fotografia

Classifiche di fine anno

Classifica (1987) Posizione
Italia 87

Note

  1. 1,0 1,1 1,2 1,3 (EN) William Ruhlmann, August, su AllMusic, All Media Network. URL consultato il 26 gennaio 2013.

Collegamenti esterni